La salute della terra ed il geoengineering

Su Repubblica c'è un articolo molto interessante, il cui tema è il geoengineering, una disciplina scientifica di invenzioni su larga scala per contrastare l'effetto serra ed il surriscaldamento della terra.
Ci sono molte idee curiose, come l'iniezione di zolfo nell'atmosfera, che filtrerebbe i raggi solari raffreddando la terra, all'immissione di ferro sul fondale marino, che aumenterebbe la concentrazione di fitoplacton, che si nutre di CO2, oppure l'utilizzo di aspiratori giganteschi, che potrebbero aspirare fino a 10 tonnellate di CO2 al giorno, convertendole in materiali inerti (che andrebbero poi smaltiti, e non si sa come).
L'articolo è molto interessante, e analizza le varie soluzioni e i suoi probabili effetti collaterali, e si sofferma anche sul problema dell'alibi: se si trovasse la soluzione l'uomo non avrebbe più stimoli a cambiare le sue abitudini inquinanti.
Ma il punto è un altro: esordisce con la frase "L'uomo non riesce a cambiare le proprie abitudini inquinantie si affida alle innovazioni meccaniche". Diciamo che ad esempio in USA ci sono alcuni alberghi o grossi centri nel deserto o in Florida raffreddati artificialmente fino a 18 ° C, e se evitassero questi comportamenti risparmierebbero più di quanto tutti gli italiano potrebbero fare in un anno.
Ma soprattutto, io, che mi reputo attento all'ambiente, cosa posso fare di significativo? Cosa può fare il singolo, tralasciando slogan patetici come "l'unione fa la forza", e che il contributo di tutti è necessario. Io vorrei alimentare la mia automobile a Biodiesel, ma non se ne trova. Avrei acquistato l'auto eolica, se l'avessero prodotta come anticipato più di 5 anni fa. Andrei al lavoro in bicicletta, se non lavorassi a 50 Km di distanza, in un luogo dove non potrò mai arrivare con i mezzi.
Consumo poca acqua e cerco di avitare gli sprechi.
Faccio scrupolosamente la raccolta differenziata.
Sto attento che i prodotti (frutta, verdura, carni) provengano dall'Italia, evitando costosi ed inquinanti viaggi.
Bevo l'acqua del rubinetto (anche se non sono ancora riuscito ad imporre la regola a tutta la famiglia, e probabilmente non ci riuscirò mai).
Metterei dei pannelli solari, se non avessi i vincoli "condominiali" per il tetto, e se riuscissi davvero a produrre un'energia sufficiente almeno a coprire la metà del fabbisogno. E soprattutto se il governo non deciderà di continuare con le agevolazioni.
Tutto troppo poco, uno sforzo quasi inutile.
Come tutto, è un problema politico, di gente e aziende che hanno i soldi ed il potere di prendere decisioni coraggiose, di andare contro il potere del superpetrolio e dei petrolieri, di smuovere le cose. Io sono convinto che, una volta pronto il prodotto, la gente, e parecchia, farebbe la sua parte.
Per chi volesse, il link all'articolo
http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/ambiente/effetto-serra/effetto-serra/effetto-serra.html

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