Come usare le piante maestro

 


Stimolato da una discussione con un caro amico, che mi chiedeva quale fosse l’esito di una esperienza da Ayahuasca, insistendo particolarmente sui possibili benefici, mi resi conto di un grande equivoco che probabilmente è bene chiarire il più possibile. 

La Pianta Maestro non attua in noi nessun cambiamento. La sua assunzione non corrisponde ad un automatico balzello in avanti nella nostra evoluzione, né consapevolezza. La pianta ci mostra delle cose che non siamo in grado di vedere da soli. Solitamente delle cose molto scomode, che non vogliamo proprio vedere o sentirci dire. Nel mio piccolo, mi succede la stessa cosa quando faccio viaggi sciamanici per altri: riferisco cose scomode, che la gente non vuole sentirsi dire. E spesso la reazione è di rifiuto. Ora poi c’è questo bellissimo modo new age di dire: “Non mi risuona”. A volte diciamo che una cosa “non ci risuona” quando rifiutiamo di accettarla, di vederla, quindi non siamo poi in grado di lavorarla, di metterci le mani. 

Pertanto, se di fronte ad una potentissima esperienza con Ayahuasca, storciamo il naso e diciamo “non ci risuona”, l’esperienza sarà stata perfettamente inutile. La pianta non può, fortunatamente, cambiarci se non vogliamo noi cambiare. Anche se dovessimo assumerla tutte le settimane. Non avverrà nessun miglioramento automatico nella nostra consapevolezza. L'evoluzione arriva quando prendo in mano ciò che la pianta mi ha rivelato e inizio a lavorarci sopra. A fare attenzione ai miei comportamenti quotidiani fino a riuscire a identificarli e magari modificarli. L'unica via, alla fine, è sempre il lavoro su di sé, le piante sono solo uno dei tanti modi per avere delle indicazioni. 

Mi spiace dovervi dare queste brutte notizie, ma è così. 

Danilo

Commenti

Post più popolari