Cani e padroni di cani


Come ogni anno, all'arrivo delle vacanze, si abbandonano i cani. Io non sono particolarmente un amante dei cani, non sono di quelli cche li guarda con tenerezza quando piegano la testa di lato, non mi è mai capitato di dire "gli manca solo la parola". Però non è giusto. Nessuno ha chiesto alle famiglie italiane di adottare un cagnolino, nessun medico o psicologo lo ha suggerito per l'equilibrio familiare. E' stata una libera scelta, quella di avere un cane, che dovrebbe essere fatta, come tutte le scelte, in piena coscienza. Non con la superficialità con cui si acquistano prodotti al supermercato. Un cane può dare gioie, ma richiede attenzioni, e molte.
Il titolo del post è preso in prestito da una canzone di Elio e le storie tese, che con la consueta ironica lucidità denuncia un male dei nostri tempi legato ai cani: gli escrementi per strada e nei parchi pubblici. Tra le responsabilità di chi vuole avere un cane c'è quella di prendersi cura dei suoi escrementi, senza demandare alla pazienza collettiva o alla provvidenziale pioggia un compito ben preciso del padrone. Bisogna abbassare la schiena, toccare con mano, magari protetto da un guanto, lo sterco, e buttarlo via. Una cosa concreta, a cui non si può non pensare quando decidiamo di portare a casa il cane, piccolo e con lo sguardo così tenero.
Siamo al punto che a Milano, città piena di persone superficiali che vogliono il cane ma non l'onere di gestirlo, stanno valutando di catalogare i DNA dell'abbontande sterco per le strade, in modo da trovare e sanzionare i colpevoli. Che, ovviamente, non sono i cani!

Commenti

Post più popolari