Alberto Salza ed i Turkana


Alberto Salza è un antropologo laureato sul campo, nonché scrittore e viaggiatore instancabile. In una recente intervista, molto interessante, vi consiglio di approfondire il personaggio, il suo pensiero e le sue opere (tra cui l'Atlante delle popolazioni, pubblicato da Utet, che nell'anno di uscita - 1997 - è stato recensito come "miglior libro dell'anno"), ha parlato dei mesi che ogni anno trascorre con i pastori nomadi africani, in particolare i Turkana.
Ha riferito: "Mi affascina la loro capacità di gestire la catastrofe per vivere. Per esempio: insegnano alle mucche a mangiare certe cose, per abituarle agli anni più aridi. Le addestrano ad insegnare ai vitelli a nuotare, per prepararli alli spostamenti. I Turkana non convivono con la catastrofe, loro ne vivono [...] Abbiamo molto da imparare". Dopo anni a fare l'antropologo, un lavoro che definisce così: "è un ladro, perché ruba cultura [...] non voglio solo studiare quelli che vedo, , bencì contribuire con qualcosa che ne favorisca lo sviluppo".
Una popolazione che insegna alle mucche come sopravvivere alle carestie è una cosa che proprio non mi sarei aspettato. Certo, non è altruismo, fa parte della sopravvivenza, ma è un comportamento che mi pare più consapevole che rinchuiderne migliaia in spazi angusti.
Per chi fosse interessato (con certe premesse!), è recentemente uscito il suo ultimo libro: Niente. Come si vive quando manca tutto (Sperlink & Kupfer), a metà tra saggio e reportage, che nulla ha a che vedere con la facile retorica che ci potremmo aspettare o alla compassione ipocrita che potrebbe suscitarci il titolo.

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