Dove trovo il tempo?

A grande richiesta (molti amici e colleghi me lo hanno chiesto più volte, quando hanno scoperto che non solo ho pubblicato un libro, ma ne ho scritti quattro oltre ad una raccolta di racconti) risponderò alla domanda: dove trovo il tempo per scrivere, con il lavoro, due bambini, il molto tempo che passo in macchina, data la distanza casa-lavoro al limite della sopportazione (anche se magari non in chilometri)?
Non che io sia un superuomo che riesce a dormire 3 ore per notte, come era solito fare Napoleone. E' vero, nNon dormo moltissimo, e spesso quando i bambini sono a letto mi metto a scrivere, ma il mio segreto non può essere solo quello.
Vediamo: analizzando la mia giornata da buon ingegnere, dove erano gli sprechi? Quale il tempo senza ombra di dubbio sprecato? Il lavoro, via, che cattivi che siete! Bisogna pur mangiara! Il tempo libero è sacro, naturalmente. La notte abbiamo visto che già è risicata (mi alzo alle 5:35). Ebbene sì, quelle due ore e mezzo di macchina al giorno!
Ci ho provato in tutti i modi: ascoltando musica (alcuni li conosco nota per nota, è quasi imbarazzante ascoltarli did nuovo), ascoltando CD di lezioni di inglese (molto proficuo, ma richiede grande concentrazione, e non sempre si ha voglia). Leggendo libri! Negli spezzoni di coda e di traffico lentissimo, sbocconcellando, sono riuscito a leggere "Notre Dame de Paris" di Victor Hugo, "Le affinità elettive" di Goethe, "Delitto e castigo" di Fëdor Dostoevskij e molti altri. Ho sviluppato una tecnica unica nel riuscire a leggere anche mentre procedevo a bassa velocità, benché gli occhi mi si affaticassero parecchio ed i rischi di incidente fossero comunque elevatissimi. Poi con il buio era ancora più difficile. Anche qui, è richiesta enorme concentrazione.
Parlare, invece, è più facile. C'è gente che si dissangua al cellulare, per passare il tempo, che è comunque un buon modo, perché almeno si mantengono vivi dei rapporti altrimenti destinati all'affievolirsi.
Io ho invece deciso di parlare. Ho comprato un registratore digitale, di quelli usati dagli avvocati (o altri professionisti e business-man) che dettano i loro discorsi alle segretarie per lo sbobinamento. E gli raccontavo le storie che avevo in testa, come se stessi leggendo un libro. A volte, nel trascrivere cambio molto il testo, ma altre volte trascrivo pedissequamente. Così nascono molte mie idee. Una volta in un solo viaggio da un'ora ho dettato un intero racconto di sei pagine A4.
I viaggi in macchina volano, non me ne accorgo a volte, e cosìo nascono i miei libri.

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