L'ascesa di Obama e la coscienza americana

Ha vinto Obama, che è stato eletto come 44esimo presidente degli stati uniti. Un evento che, nonostante anni di integrazione, fa notizia per il solo motivo che è nero.
Ma, leggendo le cronache, la notizia che ci vedo, al di là degli slogan elettorali, dell'evento mediatico che ci hanno costruito intorno, del programma elettorale e dei suoi punti di forta, è un'altra.
Vedo file di americani che ordinatamente vanno a votare, seguendo le elezioni con un trasaporto ed una partecipazione che, purtroppo, non ho mai visto in Italia. E tutti con le bandiere americane, non con la bandiera del partito, simbolo di un campanilismo così lontano dal sentimento di legame nazionale. Simbolo di vittoria personale, per problemi personali che avranno soluzioni personali.
Perché gli americani, nonostante la crisi, nonostante il disincanto, nonostante i problemi dei mutui subprime, hanno ancora l'orgoglio di appartenere ad una nazione dove "nulla è impossibile" (parole del neoeletto presidente), hanno ancora il cuore gonfio di speranze, la voglia di cambiare, la volontà. E' un ottimismo di fondo che, se solo ne avessimo un decimo, potrebbe portarci lontano.

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