Le interviste di Gioia ed i mestieri

Sull'argomento avevo avuto già più o meno occasione di soffermarmi. Sulle persone, presunte "comuni", che alcuni giornali intervistano per articoli a mo' di sondaggio. Stavo sfogliando "Gioia", una rivista femminile, meglio di molte altre, anche tra quelle maschili o tra le generaliste e di puro gossip. Potrei giustificare il fatto di leggerla dicendo che era l'unica in casa, ma non è neppure completamente vero. Sono uno che legge tutto quello che gli capita sotto gli occhi, senza nessun tipo di pregiudizio (messa così suona bene).
L'articolo era interessante, e l'argomento era che in tempi di crisi diventa più probabile la follia, quella che almeno una volta nella vita tutti hanno sognato: lasciare la città per un agriturismo in campagna, andare a vendere cocco in una spiaggia esotica, mollare tutto e tutti, e ripartire da zero, con rapporti e valori per una volta autentici, perché liberi, in un luogo nuovo e remoto.
Tutto molto bello, e molto vero.
Peccato che una nota stonasse: le tre persone intervistate, che avevano di queste pulsioni, erano "Marco, un quarantaquattrenne creativo milanese", "Chiara, single romana, 35 anni, producer tv", e "Andrea, manager poco più che trentenne", che al ritorno da un viaggio a Rio de Janeiro era stato costretto a valutare chi licenziare per l'imminente crisi. Che vita ingrata, vero?
Insomma, ai poveracci che fanno lavori normali non sono concessi neppure di questi sogni...

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