Emilio Lussu "Un anno sull'altipiano"

Il libro di Lussu racconta un intero anno passato sull'altipiano di Asiago, durante la prima guerra mondiale, a combattere in prima linea contro il nemico austriaco.
È un libro spiazzante, perché con una lucidità micidiale e a volte disarmante racconta la vita e le giornate passate in trincea, racconta gli esseri umani, le vicende di alcuni di loro, ma soprattutto le decisioni "strategiche" a volte prese dai superiori.
Nell'immaginario collettivo c'è infatti per i condottieri del passato una stima reverenziale, li si associa a grandi strateghi, tutti un po' dei Napoleoni recenti e meno fortunati.
Lussu smonta tutto questo: i generali e simili, puntualmente descritti nel suo libro, vengono ridimensionati alla figura di essere umano non in grado di prendere decisioni dove ci sono vite in gioco.
Generali esaltati, con amori viscerali per armature inadeguate ed inefficaci, che mandano allo sbaraglio e alla luce del sole interi battaglioni, decimati dal fuoco delle mitragliatrici nemiche.
Comandanti in preda all'alcol, i cui nervi saltano alle prima avvisaglie di pericolo reale, o di fronte alla prima decisione da prendere, optando naturalmente per quella sbagliata.
Il disprezzo provato dai soldati per i superiori di fronte alla loro enorme incapacità, grande tanto da cercare di metterli in trappola per farli uccidere, o di lasciarli morire senza salvarli in situazioni al limite della realtà, al punto che colui che per istinto salva il generale verrà poi insultato dai compagni e camerati.
E una frase rivelatrice: "non si combatte nessuna guerra senza cognac", pronunciata con noncuranza da un personaggio che sembra inventato per la frequenza imprevedibile con cui si ripresenta.
E invece è reale, reale come i corpi dilaniati, morenti a un metro dalle trincee nemiche, reale come il dolore provato così spesso per la perdita di un compagno caro.
È tutto precarietà, non ci si può affezionare a nessuno, perché il giorno dopo in un'azione suicida ordinata dal solito incosciente si potrebbe perdere un nuovo amico.
Lussu è un grande uomo, ed è stato un grande soldato, molto più meritevole al comando di molti suoi superiori.
Ed è anche stato estremamente fortunato, poiché è probabilmente l'unico sopravvissuto della sua prima compagnia.

Commenti

Anonimo ha detto…
e che dire de "il sergente nella neve" di Stern. letto tanti anni fa ma ancora presente nella memoria per la crudeltà e le realtà descritte. Marco

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