Condominio, conteste e integrazione

Questo è un argomento che avrei voliuto trattare qualche tempo fa, quando uscì su Repubblica l'articolo che trovate al seguente link. Riporta una serie di dati inquietanti sulle cause che ogni anno si consumano per inezie condominiali.
La classifica dei motivi di discordia è la seguente:
  1. Rumori molesti di notte: tacchi a spillo, centrifughe notturne, musica e TV ad alto volume. MA soprattutto una cosa che chiunque abbia abitato in conominio ha inspiegabiolmente sperimentato: lo spostamento di mobili durante la notte! Ma come diavolo si fa a spostare la cassapanca alle tre del mattino? Che ci devi fare? Modifichi l'arredamento della casa? Oppure basta spostare una sedia, nel silenzio della notte, per sentire quel rumore fastidioso di attrito sul pavimento.
  2. Uso degli spazi comuni. E' il paese dei furbi, e di quelli che vorrebbero esserlo e non ne sono in grado, o sono solo arrivati tardi.
  3. Rumori nelle aree condominiali, come i bimbi che giocano, motorini che sgasano, ecc.
  4. Animali domestici. Chi li ha li ama e li vuole, chi non ne ha, anche se li ama, vorrebbe che nessun altro ne avesse.

Una lista triste che evidenzia le nostre miserie umane di fronte al vicino, che diventa spesso il nostro più acerrimo nemico, invece che un amico con cui condividere esperienze.

Tutto ciò si aggrava se si considerano gli immigrati, come l'articolo successivo riportato al seguente link. Si descrive come in un numero crescente di condomini ci siano problemi che sfocino in esposti alle pubbliche autorità per "odori molesti" provenienti dagli ingredienti della cucina etnica. Che va bene se noi andiamo al ristorante, ma se il vicino la cucina in casa, guai. Le due facce dell'italia moderna: se io vado al ristorante, scelgo e vedo l'immigrato come uno straniero che mi mostra il suo folklore, interessante e simpatico se posso guardarlo dall'alto in basso, da acquirente civilizzato e ricco quale sono. Se abita di fianco a me, se si vuole integrare, non va bene. Ed i peggiori (80%) sono quelli asiatici (India, Bangladesh e Pakistan), seguiti da cina e magreb. Regole che possano aiutare non ce ne sono. Per fortuna, mi verrebbe da dire. Perché anche noi italiani abbiamo il merluzzo fritto, il cavolo bollito, le frittelle, e chissà quante altre cose. Forse cuciniamo meno, e sempre più cibi alla "Quattro salti in padella", che emanano infinitamente meno odori.

Certo, la tolleranza è palesemente in difficoltà!

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