Pubblicità occulta

Mercoledì, al Senato, arriverà in aula una Legge Comunitaria che attua in Italia una serie di norme approvate negli anni dall'Unione Europea. All'articolo 17, la Legge Comunitaria apre le porte proprio al product placement televisivo, ovvero alla possibilità di fare pubblicità in fiction e programmi televisivi, proprio come si può già fare nei film (si veda Telecom in "Notte prima degli esami oggi", e Lufthansain "Il mio migior nemico").
Ora, mi vengono da pensare due cose. La prima, che si spera che certe "mazzette" ben nutrite non costringano gli autori a modificare trame e tempi di un'opera, che diventerebbe schiava di un prodotto, che a costo di pubblicizzarlo potrebbe perdere ritmo e originalità.
La seconda, che potrebbe essere positiva, è che magari certi sponsor potrebbero rendere possibili anche programmi culturali, che non potrebbero avere vita propria. Ma questa è una grande ingenuità: nessuno pagherebbe per pubblicizzare un prodotto in un programma a basso share. Poi, ricordando una recente puntata di Striscia, dove mostravano come tronisti vari truccassero le loro storie d'amore con finte crisi e riappacificazioni solo per essere in prima pagina di testate "autorevoli" (Di Più, Chi, Eva, ecc) a mostrare i marchi delle loro T-shirt. Il che mi ha fatto capire perché le copertine di certe riviste continuassero ad ostentare certi sconosciuti insipidi.
Link all'articolo di Repubblica.
Andremo in questa direzione anche per il resto, temo...

Commenti

Post più popolari