Il ritorno del nucleare

Che bella immagine colorata, artistica. Vero? Diventerà realtà, per ché ieri l'assemblea di Palazzo Madama ha approvato (con 142 sì e 105 no: sì del Pdl e dell'Udc, no del Pd e dell'Idv) gli articoli 14-15 e 16 del disegno di legge "Sviluppo ed energia" che danno al governo la delega per adottare entro sei mesi più decreti per il ripristino dell'intera filiera di produzione dell'energia atomica. Ovviamente ora il problea sarà la localizzazione degli impianti, dove stoccare il combustibile, dove mettere il deposito dei rifiuti radioattivi. Sono previste procedure velocizzate per la costruzione delle centrali da parte di consorzi: la cosiddetta "autorizzazione unica" che sostituisce ogni tipo di licenza e nulla osta tranne la Via (valutazione impatto ambientale) e la Vas (valutazione d'impatto strategica). Quindi non solo facciamo le centrali nucleari, ma facciamo anche delle verifiche sommarie e lesiniamo sulla sicurezza di cittadini ed ambiente. Tutto in controtendenza con il resto del mondo, guidato da una nuova luce portata da Obama, che spinge sul rinnovabile. Sono previste però "misure compensative in favore delle popolazioni interessate", per far ingoiare in qualche modo l'amaro boccone delle temibili installazioni nel territorio.
I luoghi più probabili, per le esigenze di acqua per il raffreddamento, per evitare rischi alluvioni e per l'assenza di fasce sismiche, sono il Piemonte (nel Vercellese), la Puglia e la Sardegna. Le ultime due che puntano tutto sul turismo, la prima che rappresenta ancora oggi la provincia maggiore produttrice di riso d'Italia, e forse in Europa. Chissà che effetti benefici potrà avere sull'organismo umano il riso radioattivo? Magari avremo anche noi il nostro Incredibile Hulk nostrano.

E tutto per un costo che non ci possiamo permettere, ma soprattutto per raggiungere, con la costruzione di 4 centrali, neppure il 10% del fabbisogno energetico nazionale, quando l'obiettivo è il 25%.

Insomma, un vero affare. Link sull'approvazione in senato e link all'approfondimento sulla collocazione.

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