Incontro con Paolo Giordano

Ieri alle 18 e poco più, a Varese al piccolo teatro di via Sacco 10 (di fronte al municipio, per chi è della zona) Paolo Giordano ha ricevuto il Premio Internazionele "Liala. Il volo. L'amore", nell'ambito della rasegna varesina "Amor di libro". Il premio, nato dalla collaborazione tra Comune di Varese e Macchione Editore, è nato nel 2008, anno in cui è stato consegnato a Dacia Maraini.
Io ero lì per caso, nel senso che dovevo consegnare a Pietro Macchione (che curerà l'edizione del mio secondo romanzo, la cui uscita è prevista per il 15 giugno circa) la bozza corretta del romanzo, e mi sono trovato faccia a faccia con Paolo Giordano.
Un ragazzo tranquillo, sportivo, in camicia bianca, jeans e scarpe da ginnastica, barba di qualche giorno, da finto trasandato. Un ragazzo anche carino, a giudicare soprattutto dai commenti femminili che ho sentito.
Già che c'ero, ho assistito ad una parte dell'incontro con il pubblico. E devo dire che quel ragazzino, lanciato verso un confronto quasi ingiusto con Dacia Maraini, ne è uscito bene. Una persona spontanea, che, se non l'ha come dote innata, ha imparato nell'ultimo anno a stare di fronte al pubblico e rispondere in modo adeguato alle domande, con frasi spiritose, pause, pensieri più profondi o personali.
Il libro non l'ho letto, e mi sentivo un po' colpevole, ad essere lì, ma a questo punto sono incuriosito.

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