Posti riservati e razzismo


Eccolo qui a sinistra, il leghista Salvini, padre di una provocatoria proposta che ha impiegato pochi minuti a scateare proteste da ogni fronte. La proposta è semplice: come se fossero degli andicappati, prevedere posti a sedere sui mezzi pubblici riservati ai milanesi. Già, i milanesi! Quanti ce ne sono a Milano? Quanti ne conoscete, di milanesi doc? Poi, come ci si regola, si valuta il luogo di nascita o si richiede una sorta di pedigree? L'albero genealogico? Servono almeno tre generazioni si smog milanese e del suo caotico traffico rumoroso per essere integrati a tutti gli effetti? Ma sopratutto, come farsi riconoscere senza dover mostrare tutti questi documenti? Non è più come un tempo, quando negli Stati Uniti, prima dell lotta di Martin Luther King, era facile distinguere con un fugace colpo d'occhio un bianco da un nero. Una sua compagna di partito leghista, Raffaela Piccinni, ha proposto allora una variante: carrozze o vagoni dedicati ad extracomunitari. Come dire: non cerchiamo posti dedicati per noi, proviamo a spostare loro, a toglierceli proprio dalla vista e da qualcos'altro, mettendoli in isolamento. Un ghetto mobile, adeguato ai tempi che cambiano.
Già che ci siamo, facciamogli pagare un biglietto più caro, no?

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