Corsa in salita e Valkiria in bici

Anche ieri sono andato a correre, con il mio usuale compagno di ventura, che ha iniziato dopo di me a correre seriamente ma è molto rapidamente diventato più agguerrito, documentandosi anche su metodi di allenamento, fisiologia del corpo umano, test valutativi, ecc. In pratica fa lui da allenatore in prossimità di gare.
Dovevamo fare una cosa tranquilla, almeno io così avrei voluto, al massimo tre quarti d'ora di corsetta blanda. Quando si va in coppia è molto difficile correre piano e poco, scatta sempre un meccanismo di competizione che ti fa spingere più di quanto avresti fatto da solo, e di fronte ad un bivio si sceglie sempre la strada più ripida e che ti porta più lontano.
Così siamo partiti per uno dei soliti tratti, poi ci siamo avventurati per un noto sentiero in un bosco e siamo sbucati in prossimità di una stradina stretta tutta curve e tornanti, nel momento in cui transitava una bella fanciulla in bicicletta.
Vista da dietro era notevole, capelli biondi raccolti, fisico statuario, sarà stata alta 1,80 m circa, queste due gambe lunghe e affusolate fasciate nei pantaloni tecnici da bici. Il viso non l'avevo visto, ma ci siamo comunque buttati all'inseguimento.
Lei ci dava circa un centinaio di metri, ma durante la salita ripida stavamo recuperando terreno.
Aveva una bici di quelle che solo le nord europee hanno, non era né una mountain bike né una city, era troppo tecnica per esserlo. Era una di quelle bici dda gran turismo che tanto piacciono ai tedeschi, quando li vediamo sulle strade di montagna in direzione di qualche passo a 2000 m di altezza con le borse attaccate sulla bici a sinistra e destra. Ecco era una di quelle bici, e lei aveva tutto l'aspetto di essere una di quelle nordiche non nuove alle avventure sopra narrate.
Dopo circa un chilometro e mezzo di salita la strada spianava leggermente, e proprio quando eravamo a pochi metri da lei, subito prima di accelerare per seminarci, si è girata e ci ha regalato un radioso sorriso. Almeno io così l'ho interpretato.
Con il senno di poi avrebbe potuto essere un riso di scherno, una si gira e si trova davanti due idioti a piedi che ti corrono dietro, in evidente affanno, io con il candelone al naso per le ventate di freddo che ci travolgevano all'improvviso, le espressioni sfigurate dallo sforzo, insomma uno spettacolo.
Guardandola dall'esterno la scena si sarebbe detta disegnata da Mordillo, sembravamo due moderni Adamo in abiti fascianti da corsa che inseguivano arrapati una moderna Eva in versione valkiria in bicicletta. Le lingue di fuori le avevamo, in effetti, anche se non per l'arrapamento. Una scena di una comicità folle.
Forse proprio questo ha pensato la valkiria quando si è girata con quel sorriso spontaneo!

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