Prima poesia

ieri un'altra grande era della mia vita è iniziata.
Mio figio grande (Tommaso, quasi 3 anni, nda), è tornato dall'asilo con dei compiti da fare (?!).
Deve imparare sei righe di una poesia/filastrocca per la recita di natale.
La cosa mi ha alquanto turbato, oltre che commosso non poco. Ma è già ora di andare alle recite di Natale? Mio figlio è particolarmente pestifero, e credo che darà numerosi spunti per scritti che compariranno qui. Non so se sia un caso, ma le sei righe di poesia che dovrà recitare contengono come messaggio principale quello che in occasione del Santo Natale lui cercherà di essere un po' più buono, e il messaggio è chiaramente indirizzato ai genitori. Dio solo sa se ce n'è bisogno!
Magari alla recita rimarrò deluso nel constatare che metà dei bambini dell'asilo che hano la sua età reciteranno tutti insieme la stessa porzione di filastrocca natalizia, mentre la rimanente metà reciterà la porzione finale, ma non so perché cooscendo mio figlio mi sono figurato la scena di lui da solo su un palchetto che indirizza a noi quel messaggio di speranza, dicendo che cercherà di essere più buono!
Per farvi intuire il tipo, ne combina di tutti i colori, come strizzare arti vari a suo fratello Nicolò, di appena un mese di vita, o rovesciare in sala tutto quello che trova, colorare con i pastelli su muri e mobili, e cose del genere. A questo punto, quando io inferocito gli chiedo: "Ma perché hai fatto tutto questo?".
Lui serafico risponde: "Eh, perché sono monello!"
Uno cosa può dirgli a questo punto? Non è solo un'ammissione di colpa, è la dichiarata appartenenza ad una categoria sfortunata, e lui stesso in modo disarmante afferma di non pooterci fare nulla.
Con il tempo sto imparando che probabilmente ha ragione.

Commenti

Post più popolari