Racconti on line
Ogni tanto do un'occhiata ai vari racconti on-line pubblicati da siti vari, che fanno da raccoglitori per chiunque volesse pubblicare un suo scritto.
Diciamo che mi guardo in giro, perché il Blog è un ottimo sfogo ma il mio fine è comunque la pubblicazione di un libro, o romanzo o raccolta di racconti, bisogna ancora vedere cose ne esce, comunque mi tengo informato.
Per cui siti di racconti, siti che offrono la pubblicazione stampata con scelta delle immagini e copertina, cose di questo tipo.
Leggendo alcuni racconti non ho potuto fare a meno di notare come ci siano cani e porci tra gli autori, pare che tutti vogliano scrivere, senza il minimo scrupolo su niente. Non chiedo necessariamente che il racconto sia avvincente, originale, magari profondo o ironico e divertente, però la grammatica, mio Dio, almeno quella sì!!!!
E la semantica delle parole: ci sono sedicenti autori che hanno spudoratamente scopiazzato qua e là frasi e parole ad effetto o che sembrano stare bene insieme, senza badare minimamente al significato.
Un esempio di una descrizione di un volto: "un viso incastonato da capelli castani impreziosito da occhi neri bla bla".
Viso "incastonato"?!?!
Forse volevi dire incorniciato? Semmai gli occhi sono incastonati nel viso, come pietre preziose.
Santo cielo, se non sai cosa significhi una parola, non usarla! Usa quelle che conosci e maneggi per bene!
Forse il rischio sarebbe di ritrovarsi in preda ad un vocabolario di 10 termini al massimo, il che renderebbe ridicolo qualsiasi scritto. Tipo Verdone in "viaggi di nozze", il truce personaggio con la moglie Jessica di "'o famo strano", dove l'unico aggettivo che possedevano era appunto "strano", utilizzato come estrema razio per descrivere tutto ciò di cui non sapevano dire altro.
Oppure un altro caso ancora più clamoroso: un racconto dove almeno una decina di volte vi è il verbo avere, prima persona singolare al tempo presente, scritta senza "h" ma con l'accento: "l'ò guardato negli occhi e gli ò detto".
Ma dove avete fatto le scuole elementari, al CEPU?
Diciamo che mi guardo in giro, perché il Blog è un ottimo sfogo ma il mio fine è comunque la pubblicazione di un libro, o romanzo o raccolta di racconti, bisogna ancora vedere cose ne esce, comunque mi tengo informato.
Per cui siti di racconti, siti che offrono la pubblicazione stampata con scelta delle immagini e copertina, cose di questo tipo.
Leggendo alcuni racconti non ho potuto fare a meno di notare come ci siano cani e porci tra gli autori, pare che tutti vogliano scrivere, senza il minimo scrupolo su niente. Non chiedo necessariamente che il racconto sia avvincente, originale, magari profondo o ironico e divertente, però la grammatica, mio Dio, almeno quella sì!!!!
E la semantica delle parole: ci sono sedicenti autori che hanno spudoratamente scopiazzato qua e là frasi e parole ad effetto o che sembrano stare bene insieme, senza badare minimamente al significato.
Un esempio di una descrizione di un volto: "un viso incastonato da capelli castani impreziosito da occhi neri bla bla".
Viso "incastonato"?!?!
Forse volevi dire incorniciato? Semmai gli occhi sono incastonati nel viso, come pietre preziose.
Santo cielo, se non sai cosa significhi una parola, non usarla! Usa quelle che conosci e maneggi per bene!
Forse il rischio sarebbe di ritrovarsi in preda ad un vocabolario di 10 termini al massimo, il che renderebbe ridicolo qualsiasi scritto. Tipo Verdone in "viaggi di nozze", il truce personaggio con la moglie Jessica di "'o famo strano", dove l'unico aggettivo che possedevano era appunto "strano", utilizzato come estrema razio per descrivere tutto ciò di cui non sapevano dire altro.
Oppure un altro caso ancora più clamoroso: un racconto dove almeno una decina di volte vi è il verbo avere, prima persona singolare al tempo presente, scritta senza "h" ma con l'accento: "l'ò guardato negli occhi e gli ò detto".
Ma dove avete fatto le scuole elementari, al CEPU?
Commenti