La canzone mia e del Nonno

È una consuetudine ormai da tre anni circa.
E sinceramente un po' mi spiace parlarne, è una specie di segreto tra me e mio nonno morto circa tre anni fa, il giorno di Santo Stefano.
Mio figlio è nato 6 giorni prima, il 20 Dicembre, e mio nonno (il suo bisnonno) non lo ha mai incontrato, perché era ormai troppo malato per rendersi conto della situazione, oltre ad essere morto di Tubercolosi, la malattia che ha così profondamente segnato l'esistenza sua e della sua famiglia e che alla fine se lo è venuto a prendere. E non è una bella idea portare un neonato al cospetto di un malato di tubercolosi. Però mi dispiace che non abbia neppure visto il suo primo bis-nipote, magari avrebbe avuto un lampo di lucidità e sarebbe morto più felice, chi può saperlo.
Io avrei chiamato mio figlio Pietro, come mio nonno, perché il nome mi è sempre piaciuto tanto, è un nome che evoca solidità, come la pietra, e anche in ricordo del nonno. Ma mia moglie non ne ha voluto sapere, e queste sono cose su cui bisogna essere un po' d'accordo.
Un giorno tornavo dal lavoro e in macchina stavo ascoltanto l'ultimo CD dei Dream Theather, almeno l'ultimo uscito in quel periodo, dal titolo di Octavarium. È un gran bel disco, forse non il loro migliore ma altamente al di sopra del precedente lavoro, eccessivamente tecnicistico e nemmeno troppo originale per i loro standard; un disco piuttosto maturo, senza troppo sfoggi di tecnica e con pareccha composizione dietro.
La traccia numero due è un lento, sono una persona banale, per essere sentimentale e persare ad un caro esinto mi sono appoggiato ad un lento!, dal titolo "The answer les within", anche se non è certo il senso delle parole che l'hanno resa la canzone mia e del nonno.
Ascoltandola in macchina, mentre andavo verso casa, mi è venuto in mente mio nonno, la sua faccia sorridente, la sua allegria irrefrenabile, il suo entusiasmo per le cose, il suo immenso amore per noi suoi nipoti, i nipoti per cui ha fatto tanto. È stato come un padre per me, non certo nel senso che abbia potuto sopperire alle manchevolezze di mio padre nel permettermi di costruire una figura di riferimento stabile, però ha fatto il possibile per farci divertire ed insegnare la sua visione del mondo. Ci portava ovunque, nei boschi passavamo buona parte delle vacanze estive, ci insegnava a salire sugli alberi, ci portava al Luna Park, che se non fosse stato per lui non avremmo mai visto. Insomma, ha riempito e colorato la nostra vita (mia e di mio fratello) in un modo che ci ha permesso di crescere serenamente.
La canzone, con il senno di poi, non è così tanto distante come significato, ne riporto le liriche qui di seguito:



[Music: Dream Theater, Lyrics: John Petrucci]
Look around,
Where do you belong
Don't be afraid,
You are not the only one
Don't let the day go by,
Don't let it end
Don't let a day go by in doubt,
The answer lies within
Life is short, so learn from your mistakes
And stand behind, the choices that you made
Face each day with both eyes open wide
And try to give, don't keep it all inside
Don't let the day go by
Don't let it end
Don't let a day go by, in doubt,
The answer lies within
You've got the future on your side
You've gonna be fine now
I know whatever you decide
You are gonna shine!!! (shinee)
Don't let the day go by
Don't let it end
Don't let a day go by, in doubt
You re ready to begin
Don't let a day go by in doubt
The answer lies within

In particolare la seconda strofa "Life is short,...." sembra che sia mio nonno a dirmela, una sorta di suggerimento.
Io gli penso spesso, e male che vada metto nel lettore Octavarium e quando arriva la track 2 so che gli dedicherò un pensiero, e che saremo ancora insieme.

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