Recensione semiseria di "Caos Calmo" di S. Veronesi



Caos Calmo, di Sandro Veronesi, è il romanzo che ha vinto il prestigioso premio Strega 2006.
Ha l'innegabile merito di descrivevre per 451 pagine una vicenda che si svolge più o meno dentro l'abitacolo di un'automobile. E questo non è poco. È vero, il ritmo cala un po' sui due terzi del romanzo, come accade spesso del resto, ma rimane comunque pieno di buoni spunti di riflessione.
La vicenda narra di questo uomo Pietro Paladini, un po' Yuppie milanese per i miei gusti, che mentre sta salvando una sconosciuta che rischia di affogare, perde la compagna di vita e madre dell'unica figlia di dieci anni. Da allora si stanzia sotto la scuola privata dove tutte le mattine accompagna la figlia e non si muove di lì fino a che lei non esce. Lui sta immobile e il resto del mondo, del suo mondo, si reca da lui per consultarsi. Alcuni colleghi partono con buoni propositi, per consolarlo della recente perdita, pensando di trovare una persona in evidente stato confusionale, e si trovano davanti una persona ferma e lucida, a cui riversano spesso addosso le loro angosce e paure. Sullo sfondo la fusione di due grosse aziende (spunto preso probabilmente dall'acquisizione di Tele+ da parte di Rupert Murdoch e la conseguente nascita di Sky), e un'attenta riflessione su quanto avviene alle persone, oltre che alle aziende, quando vi è una fusione/acquisizione. I drammi personali, le incertezze, l'innegabile insuccesso della maggior parte delle fusioni almeno per quanto riguarda il sociale.
La fusione è una cosa che va bene solo sulla carta, se al posto delle persone e della complessità delle loro menti vi fossero reagenti chimici, o simboli algebrici.
5+11=16
1354+4376=5730
2H2+O2=2 H2O
Con le aziende fatte di persone questo non funziona nello stesso modo.
Comunque, le perle di questo romanzo sono secondo me:


  • il salvataggio della donna che sta annegando, che avviene a colpi pelvici. Esilarante.

  • la dettagliata descrizione di una situazione che a me è capitata spesso: quando sei ad esempio a letto e devi fare qualcosa che non hai voglia di fare, tipicamente alzarti per andare in bagno, ed il tuo cervello inizia ad immaginare che lo stai facendo davvero. Riesci a convincertene fino quasi al termine dell'operazione, e che delusione quando ti accorgi che ti stavi immaginando tutto. Sul libro ci sono diverse righe proprio per una situazione del genere, ed è impagabile

  • quando Pietro si fa una canna davanti alla televisione guardando il concerto dei Radiohead. Difficile pensare che non l'abbia vissuta sul serio.

  • la scena di sesso con Eleonora Simoncini, la svizzera con tettone rifatte. È notevole, ed ha già fatto parecchio parlare di sé per l'episodio di sodomia

  • la tragedia personale del collega con disturbi ossessivi compulsivi, con il figlio che contava numeri all'infinito e la nuova compagna che inseriva frasi agghiaccianti in dialoghi normali. Ho riso fino alle lacrime per la frase "Questo sgroppino sa di sbxxxx"!

  • la sintonia perfetta tra padre e figlia quando lei deve eseguire con perfezione un'esercizio di ginnastica artistica molto complesso, e i loro sguardi si incrociano. Poco importa che quello che lui ci veda sia vero o meno.

  • la vicenda del ragazzo down e la madre e come la loro vita si intrecci alle decisioni di Pietro.

Il protagonista non è tra quelli che di solito amo, è la classica persona di famiglia agiata che nonostante non brilli più di altri e non abbia meriti particolari riesca ad assumere una carica dirigenziale piuttosto elevata in una grande azienda. La sua vicenda personale con il tempo lo rende simpatico lo stesso, perché è comunque una persona giusta, anche più della media.


Nel complesso un ottimo libro, l'unica pecca è forse la superficialità con cui viene trattato il rapporto con la compagna scomparsa. Ma del resto, è la conclusione a cui lui stesso arriva, e quello che lui stesso è.

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