Il nostro lato più vero (by Sandra)

...rieccomi dopo la simpaticissima "pausa caffè" del post precedente :)
Vorrei riflettere con voi su questa domanda: con chi e quando mostriamo davvero la parte più vera di noi stessi?
Mi vengono in aiuto alcuni passaggi del romanzo "Che tu sia per me il coltello", ad esempio queste righe che Yair scrive a Miriam:

"Ancora una volta, Myriam, mi apri con chiavi segrete.Come fai a conoscermi cosi' bene?"

A volte può infatti capitare di "aprirsi" di più con una persona poco conosciuta (come accade tra i 2 personaggi del romanzo), piuttosto che con gli amici o con chi vive a stretto contatto con noi. Non perchè consideriamo questi "non degni" o "non all'altezza" di conoscere i nostri lati più veri, ma proprio perchè queste persone ci conoscono ormai cosi' bene per la continua vicinanza che danno quasi per scontato di sapere tutto di noi. E' come se con noi giocassero ormai una partita a carte scoperte.
Ma, per quel che riguarda sentimenti e stati d'animo, niente è come magari può apparire ad un'occhiata superficiale o abitudinaria.
Può quindi capitare di mostrare la nostra essenza più vera a degli sconosciuti. Ovviamente non ai primi che incrociamo uscendo di casa! Intendo "sconosciuti" con cui, magari anche dopo pochi scambi di battute, sentiamo di avere qualcosa in comune: delle passioni, un "sentire"... che non esprimiamo più con le persone a noi più vicine, che ci vedono sotto la luce della quotidianità.
Sentiamo di "aprirci" a questi "sconosciuti" per condividere qualcosa di speciale con loro, non in modo fisico, quanto piuttosto ritagliandoci dei brevi momenti in cui raccontarci a loro, senza il rischio di sentirci giudicati. Che, alla fine, è anche un modo per raccontarci a noi stessi, lasciando cadere, in questi momenti di "sospensione del tempo e del giudizio altrui", in questi "spazi neutri", le nostre difese, svelando la nostra essenza più vera.

A riprova di ciò, passo nuovamente la parola al romanzo:

"...e all'improvviso si riaccende in me il desiderio irrefrenabile di assecondare il tuo gioco, di incontrarti solo a parole, come proponi. Di lasciarmi andare sulla pagina, di sciogliermi nelle tue fantasie per vedere fino a dove sei capace di trascinarmi..."

"...uno sconosciuto ha visto in me qualcosa che lo ha tanto colpito da spingerlo ad affidarmi la sua anima..."

Commenti

danilo ha detto…
Ottimo spunto.
Come del resto disse Oscar Wilde: "Datemi una maschera e vi dirò la verità"!
Con uno sconosciuto ci si può inventare da zero, fornire di sé un'immagine diversa da quelli a cui tutti gli amici e conoscenti sono abituati. E ci si può prendere il lusso di dire sempre la verità.

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