Rigoni Stern ed il ritorno sul Don

Ieri sera ho letto la parte conclusiva dei racconti che compongono Ritorno sul Don, di Rigoni Stern, che segue il Sergente nella neve nell'edizione che ho acquistato.
E' il racconto di quando lo scrittore, da vecchio e malato, ormai in pensione, torna dopo trent'anni nei luoghi delle sue battaglie, dove ha perso tanti amici, per ritrovarli, per salutarli per l'ultima volta.
E' incredibile la capacità che ha Rigoni di trasmettere con la sua scrittura semplice la desolazione che ha nel cuore a rivedere quei luoghi, descrivere come tutti i volti e nomi gli riaffiorino, vivi e chiassosi come erano allora. Ed il suo volto e i suoi occhi devono rispecchiare bene quel suo stato d'animo, se chi lo accompagna in quel viaggio, cioè la moglie, l'autista ed una guida locale, hanno gli occhi gonfi di pianto quando lui torna dalla sua breve passeggiata nei luoghi della battaglia del 26 gennaio 1943.
Ma una cosa mi ha colpito, quasi con invidia: quando in una vecchia tabaccheria riesce a trovare una confezione di tabacco mokorka, che aveva fumato nei lager insieme ai prigionieri russi, avvolti in fogli di giornale. La signora della tabaccheria lo guarda e capisce cosa stava cercando, non chiedendogli neppure le poche copeke che valeva quel vecchio involto ingiallito, scovato su uno dei ripiani più alti. Rigoni ha potuto entrare in un negozio ed acquistare un ricordo. Una merce che comunemente non è in vendita. Ed io sono quasi invidioso perché non riesco a pensare a nulla che per me avrebbe un simile valore.
Forse perché non ho ricordi che abbiano questo grande valore, oppure perché gli anni trascorsi, che sono quelli che valorizzano i ricordi, sono ancora pochi.
In certi casi basta aspettare.

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