A volte è meglio il pensiero?

Lo spunto mi arriva da Sandra, che ha partecipato ad una concorso letterario con una sua poesia, classificandosi quinta! Congratulazioni, innanzitutto!
Lei reclama il fatto che il premio, quello tangibile, oltre al meritatissimo attestato, era un oggetto orrendo, una lastra di vetro con una base in marmo, un fermacarte ideale come oggetto contundente per un delitto alla cluedo.
E qui nasce la domanda: in alcuni casi, e' davvero meglio il pensiero?
Io penso che sia meglio il pensiero per tutte quelle cose dove un pezzo di carta è la vera prova del riconoscimento del valore, come per il concorso e per tutti i diplomi scolastici. Ci pensate ad avere in premio una maschera africana in legno, oppure una spilla dorata, come riconoscimento della propria laurea? Sarebbe fuori luogo. Per quelle cose ci sono i certificati, i diplomi, magari un po' decorati, quello non farebbe male, che la mia laurea sembra un pezzo di carta per alimenti con scritto quattro righe.
Però per le cose più semplici, più pratiche, il regalo tangibile ci deve essere: un compleanno, il Natale, l'anniversario di matrimonio. Se i vostri genitori per il vostro ventesimo compleanno vi regalassero un attestato, fatto per bene, con scritte le vostre qualità di figlio modello, come la prendereste?
Che schifo! Ma soprattutto, che me ne faccio? Il problema è però il valore, o meglio, la sua assenza: non è riconosciuto da nessun ente, non può essere usato per conquistare una ragazza, o come dote per un futuro matrimonio, né per ottenere degli sconti in libreria. Inutile, totalmente. Un bel pensiero, ma inutile.
L'esito di questa breve e delirante analisi è pertanto: tutto va bene, pur che possa farmene qualcosa. La cosa utile se si parla di un concorso o della scuola sono gli attestati ed i diplomi, i fogli di carta, per le altre ricorrenze va valutata la reale utilità. Se non sapete cosa regalare ad un compleanno, lasciate stare i biglietti e date dei soldi!

Commenti

Post più popolari