Le incoerenze dell'ecologia - Esempio 1

Ieri, arrivato al lavoro, ho avuto un alterco con una collega. Non è diventata rissa perché non mi permetterei mai di mancare di rispetto o mettere le mani addosso ad una donna, ma forse solo per questo.
Salendo le scale sentivo un rumore costante, piuttosto fastidioso. Si trattava di un rubinetto aperto alla massima potenza. Di fronte ad esso, due mie colleghe chiacchieravano, dovendo alzare la voce non poco.
Che strano, penso.
Bevo il caffè alla macchinetta. Prima di andarmene, chiudo il rubinetto, lasciato evidentemente aperto per sbaglio. Strano che non desse loro fastidio.
Come domanda retorica avanzo un: "Posso chiudere?"
Si girano entrambe a guardarmi. Una delle due: "Veramente, stavo aspettando che arrivasse l'acqua fresca, sai, ci mette un po' ad arrivare..."
Un po'?, penso io, sarà un quarto d'ora che butti acqua!
La cosa buffa è che lei ricicla la stessa bottiglietta riempiendola con acqua del rubinetto, per evitare gli sprechi dei trasporti e la diffusione della plastica.
Peccato che, invece, così stesse sprecando molto di più: per mezzo litro circa ha buttato l'equivalente di acqua con cui si lavano sei persone.
Ma, evidentemente, l'acqua dell'acquedotto comunale è non solo gratis, ma anche illimitata.
Di fronte a tanta ottusità uno cosa può dire?

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